Le vostre foto sferiche delle vacanze

Negli ultimi mesi i vari canali social ed anche i video di youtube stanno implementando l’uso della visione a 360°, o meglio sferica, permettendo all’utente con device dotato di accelerometro e/o browser aggiornato di navigare all’interno del contenuto multimediale.

IL MONDO SOCIAL E LA TECNOLOGIA 360°

Youtube ha aperto un canale dedicato ai video in 360° ( Youtube 360° channel ) che vanno dai videoclip musicali a registrazioni realizzate con le nuove videocamere per smartphone (dispositivi remoti che registrano tramite connessione wifi o bluetooth) o un insieme di go-pro editate per offrire un video panoramico che viene adattato su uno schermo sferico.

Il primo video a sfruttare tale tecnologia è la clip musicale dal titolo Graffiti di Noa Neal, realizzato con la collaborazione di Intel e Kolor. Con un device dotato di accelerometro lo schermo segue l’inclinazione che diamo, mentre con browser aggiornati (ad esempio Chrome) si navigherà come su google map, trascinando il video.

Si può assistere al video di Sir Paul McCartney, il grande artista geniale e leggenda della musica, che esegue “Live and Let Die” in un video a 360° con audio stereo 3D immersivo nella prima esperienza VR cinematica rilasciata pubblicamente da Jaunt. Un’app esclusiva per immergervi nel videoclip, disponibile per Android e iOS

Facebook individua automaticamente gli scatti ed i video in modalità 360°, per offrire un’esperienza particolare.

I VIDEOGAMES A 360°

Anche il mondo dei videogiochi non può lasciarsi sfuggire questa tecnologia, e tra questi un gioco come il vecchio Tiny Tennis può evolversi in un’esperienza tridimensionale con l’App Proton, disponibile per Android e iOS

App per Google Cardboard – Google VR - Proton

Ma da giochi in “locale”, ovvero che configurano una realtà tridimensionale solo quando si avvia il proprio dispositivo, da qualche giorno si è arrivati ad interagire tra mondo reale e mondo virtuale.

Pokémon GO, il primo videogioco per smartphone dedicato ai Pokémon, i personaggi inventati nel 1996 da Satoshi Tajiri, è uscita mercoledì 6 luglio in alcuni paesi tra cui l’Australia, mentre in Italia dovrebbe essere disponibile dal 15 luglio, anche se qualcuno è già riuscito a ottenere una copia del gioco. Di Pokémon GO si parla da mesi, perché l’attesa è tanta: permette infatti ai giocatori di catturare i Pokémon esplorando il mondo vero grazie alla realtà aumentata, quella cosa in cui alle immagini del mondo vero si aggiungono cose aggiunte in digitale. Camminando per strada dopo aver scaricato l’app, lo smartphone permetterà di imbattersi in esemplari di Pokémon e si potrà provare a catturarli.

Ovviamente il mondo degli appassionati italiani non ha saputo resistere alla tentazione ed ha già aggirato semplice la semplice limitazione territoriale. Ma per essere sicuri attendete il 15 luglio. Già la rete italiana è invasa da consigli e soprattutto da recensioni che oltre a sottolineare le caratteristiche del gioco, riportano l’uso di risorse alto dell’applicazione (dopotutto sono attivi in modo costante GPS, connessione dati, altoparlanti, fotocamera, display con sensore di luminosità ed accelerometri … non poco nemmeno per le batterie da 3000mA dei modelli più recenti).

Inoltre la rete si sta già arricchendo di video realizzati dei singoli giocatori per mostrare le proprie “doti da allenatore”.

REALIZIAMO LA NOSTRA FOTO 360°

Ora tutti possono realizzare la propria foto a 360°, superando in questo modo le foto panoramiche. E potete realizzare queste foto anche con il vostro smartphone. Vi basterà scaricare l’applicativo di google Fotocamera Cardboard

Google aveva promesso maggiori investimenti nella realtà virtuale e oggi conferma quanto dichiarato a metà ottobre con l’annuncio di una nuova app per Android. Fotocamera Cardboard (da non confondere con Cardboard) permette di trasformare qualsiasi smartphone in una fotocamera VR. Ovviamente è ancora necessario il visore omonimo che può essere acquistato online o costruito seguendo le istruzioni fornite dall’azienda di Mountain View.

Fotocamera Cardboard funziona in modo simile alla modalità Photo Sphere di Google Fotocamera, quindi è necessario utilizzare smartphone che integrano uno giroscopio. L’utente deve scattare una foto panoramica a 360 gradi, girando lentamente in cerchio, seguendo le indicazioni sullo schermo. I singoli scatti vengono quindi uniti per generare l’immagine dell’ambiente circostante. Quando lo smartphone viene inserito nel visore, la foto viene convertita magicamente in tre dimensioni.

L’applicazione aggiunge in pratica la profondità, in modo tale che gli oggetti vicini sembrano vicini e gli oggetti lontani sembrano lontani. È possibile anche registrare il suono dell’ambiente per ottenere un’esperienza più “immersiva”. La trasformazione delle foto panoramiche in foto VR viene effettuata con la stessa tecnologia usata nella piattaforma Jump VR. L’app non è ancora perfetta (si notano lievi aberrazioni), ma Google ha promesso l’eliminazione di questi difetti.

 Fotocamera Cardboard è disponibile in 17 lingue e può essere scaricata gratuitamente dal Google Play Store.

VISUALIZZARE AL MEGLIO LE FOTO 360°

Per essere immersi nella foto in tutti i sensi, il modo migliore è disporre di un CardBoard, ovvero un visore che può ricordare l’uso di una maschera da sub, dove si va a collocare il proprio smartphone che, attraverso l’uso di due lenti, vi immergerà nel mondo fotografato. Il giroscopio del cellulare vi darà ruotare all’interno dello scenario.

Google Cardboard – Google VR - Google Chrome

Ci sono un’infinità di CardBoard per tutti i modelli di cellulare e per tutte le tasche: dal modello autocostruito recuperando scatole in cartone, dal dispositivo stampato in 3d ed ottimizzato dalla comunity, al modello realizzato dei produttori dei vari smartphone ottimizzati per sfruttare al massimo le caratteristiche del proprio display. Un elenco di possibilità potete trovarle alla pagina web dedicata di Google Cardboard.

 

360° AL FABLAB BERGAMO

A gennaio il gruppo PhotoFab ha avviato le prime sperimentazioni delle photosphere, in modo da rendere visitabile anche tramite la rete i propri laboratori.

Attrezzature e tecniche di scatto

Ogni Fotografia a 360° di alta qualità viene vista dall’osservatore sullo schermo come una unica fotografia ma in realtà essa è la somma di diversi scatti realizzati separatamente ed uniti poi.

Per creare una foto di questo tipo solitamente si uniscono attraverso particolari software fotografie scattate durante una rotazione singola o multipla di 360°, a seconda della lente usata e della qualità richiesta. Ad esempio, con alcune lenti fish-eye è possibile catturare l’intera scena con appena 2 o 3 foto, ma la qualità e la risoluzione saranno relativamente basse. Utilizzando invece un grandangolare da 35 mm saranno necessarie circa 50 fotografie, effettuando in questo caso 4 rotazioni a diverse inclinazioni, scattando 12 foto per ogni rotazione, cui vanno aggiunti due scatti, a 90° e a -90°; schematizzando: 1 scatto a +90°, 12 scatti a +60°, +20°, -20°, -60° e 1 scatto a -90°. In questo caso il livello di dettaglio sarà ovviamente maggiore, per cui possono essere realizzate foto a 360° con una risoluzione ed una qualità nettamente superiori e perciò adatte anche ad essere stampate in grandi formati.
Per le foto a 360 gradi interattive e le visite virtuali normalmente non occorre una risoluzione molto alta, per cui si utilizza una lente che permetta di coprire con 6-8 scatti l’intera sfera visiva. In generale, le foto da unire devono essere scattate con gli stessi valori di esposizione per evitare che siano visibili le giunzioni. Inoltre le immagini devono essere parzialmente sovrapponibili, quindi occorre che durante le rotazioni, in orizzontale e in verticale, non vi siano sfalsamenti dovuti alla parallasse. Per ridurre o eliminare errori di parallasse, le rotazioni devono essere compiute attorno al centro della pupilla di entrata dell’obiettivo, o, piuttosto, attorno al punto di non parallasse, possibilmente aiutandosi con un treppiede e una testa panoramica, in quanto la procedura necessita della massima precisione. Per alcune lenti, come i fish eye, non è possibile eliminare del tutto l’errore di parallasse e ci si deve accontentare di un compromesso; in questo caso la procedura di unione, o “stitching”, prevede specifici accorgimenti.

Una volta ottenute le immagini che coprono l’intera sfera visibile con una parziale sovrapposizione tra le immagini stesse, si tratta di unirle per formare una vera propria Immagine a 360°: è il primo passo della postproduzione. A tale scopo sono disponibili sul mercato diversi programmi di “stitching”, cioè cucitura, che utilizzano sofisticati algoritmi matematici per analizzare le diverse fotografie e le cuciono appunto in una superficie sferica virtuale che riproduce quanto visto dal fotografo.

Il processo è fatto in parte in modo automatico ma sono necessari spesso interventi manuali anche complessi per controllare e guidare le diverse operazioni di cucitura, ottimizzazione, livellamento, ecc. Il risultato finale viene presentato sul video in 2D come un planisfero: è una immagine detta Equirettangolare (larghezza 2 volte l’altezza) le cui dimensioni in pixel indicano la risoluzione delle Fotografia a 360°. Ad esempio un’immagine di 16.000×8.000 contiene 128.000 pixel.

Per ottenere Immagini a 360° di elevata qualità sono infine sempre opportune elaborazioni di miglioramento che vengono fatte tramite programmi di editing fotografico classici.

La tecnica HDR, High Dynamic Range

Le Immagini a 360° contengono frequentemente situazioni di luce “sfavorevoli”. Ad esempio in una giornata di sole una Fotografia a 360° rileva forti variazioni di luminosità tra le zone illuminate rispetto a quelle in ombra. Analogamente in una ripresa diurna, effettuata in un ambiente chiuso con finestre, la differenza di luminosità tra l’interno e l’esterno risulta molto elevata. L’occhio umano è in grado di accettare ampie variazioni di luce e compensa meglio di una macchina fotografica le forti differenze di luminosità per cui non ne siamo normalmente disturbati.

Nelle Immagini a 360° queste situazioni sono pressoché inevitabili e raramente correggibili in fase di ripresa. Ecco perché si utilizza molto frequentemente la tecnica denominata HDR, High Dynamic Range, che consiste nello scattare una sequenza di fotografie con differenti valori di esposizione. Nelle immagini più scure si potranno vedere meglio le parti illuminate che in caso contrario verrebbero “bruciate”, mentre nelle immagini più chiare si vedranno bene i dettagli in ombra che altrimenti risulterebbero indistinti. Le immagini acquisite vengono poi “fuse” grazie ad un programma che genera una fotografia che contiene in modo più bilanciato sia le parti in luce che quelle in ombra.

Creare Tour Virtuali

I Tour Virtuali, frequentemente chiamati anche Virtual Tour all’inglese, sono un insieme di più Fotografie a 360° che, durante il processo di elaborazione, vengono logicamente e visualmente collegate tra di loro. Molto utili per presentare ambienti articolati e con dettagli, essi danno all’osservatore la libertà di spostarsi tra più punti di vista: vedere i diversi locali di un appartamento, fare un percorso tra i vari ambienti di un resort, spostarsi tra le attrazioni e i monumenti di una località turistica, vedere le diverse buche di un campo da golf, ecc.

Per effettuare questi spostamenti sono possibili diverse soluzioni, tra cui:

  • Visualizzare nelle singole Immagini a 360° i punti di passaggio, chiamati Hot Spot
  • Inserire miniature che rappresentano ciascuna una diversa Immagini a 360°
  • Mostrare una piantina con la posizione dei diversi punti di vista cliccando sui quali si cambia posizione

Inserimento nei siti web

Le Immagini a 360° trovano ovviamente la loro collocazione ideale su Internet e all’interno di app.

Alcuni portali specializzati come 360cities, i post di Facebook, Google Maps – Street Views accettano direttamente le Immagini Equirettangolari. E’ una soluzione che, nonostante diverse limitazioni, si sta diffondendo per la sua semplicità.
Ma se invece voglio inserire le Fotografie a 360° proprio all’interno di un sito specifico?
Il meccanismo è in sé abbastanza complesso in quanto attraversa molte tecnologie, non solo fotografiche ma soprattutto informatiche. Per fortuna non è necessario conoscerne i dettagli!

Semplificando: in questo caso le Immagini Equirettangolari, generate dal programma di cucitura e opportunamente migliorate, vengono convertite attraverso programmi specifici in file con un particolare formato che vengono quindi inseriti all’interno del software che compone il sito Internet. Quando accedono al sito i browser “interpretano” i file caricati e possono così visualizzare le Immagini a 360°.

Il procedimento per integrare tali file non è un’operazione particolarmente complessa e può essere fatta da chi realizza siti web, eventualmente col nostro supporto. C’è una sola cautela. Nel passato si sono utilizzati prevalentemente formati di tipo QuickTime e Flash che sono però incompatibili con i nuovi tablet e smartphone. Le Fotografie a 360° che noi realizziamo sono sia aderenti al nuovo standard HTML5 che compatibili con lo standard Flash. I file che generiamo riconoscono il tipo di dispositivo su cui devono essere visualizzate le immagini e si adattano di conseguenza.

Little Planet e trasformazioni in 2 dimensioni

Nel passato per rappresentare la Terra o si usava un mappamondo o la si riproduceva su carte geografiche a due dimensioni. Quando la mappe mostrano piccole superfici non si notano particolari problemi mentre compaiono evidenti distorsioni quando, come sugli atlanti, le carte geografiche presentano i continenti o l’intero pianeta: i poli diventano giganteschi, oppure le carte sono parzialmente tagliate a “spicchi”, ecc. Sono distorsioni che nascono dal voler rappresentare su un piano bidimensionale una superficie sferica.

Una situazione analoga si verifica con le Immagini a 360°. Esse possono essere viste tramite un display: in questo caso navighiamo all’interno di una sfera visuale. Oppure esse possono essere proiettate su due dimensioni e come per le carte geografiche si generano allora immagini distorte. Nella Fotografia a 360 gradi le più frequenti proiezioni, o trasformazioni, su due dimensioni sono:

  • Proiezione equirettangolare: è la proiezione che vedete nelle miniature che sono contenute in questo sito. Rappresenta l’insieme della Immagine a 360° “spianata” su un rettangolo. Poiché lo Zenit ed il Nadir (i poli) vengono molto distorti è uso non includerli completamente nelle miniature.
  • Proiezione stereografica: è la proiezione che genera i Little Planet che sono presentati in questo sito ed è detta anche polare. Le forti distorsioni causate da questa proiezione possono generare immagini molto piacevoli

Qualche esempio in beta test per immergervi nel laboratorio di FABLAB BERGAMO


Il terrazzo esterno di FABLAB BERGAMO in Patronato Hub


Ingresso a Patronato Hub

 

COME IMPARARE A REALIZZARE LE MIE FOTO SFERICHE

Da quando abbiamo iniziato ad interessarci a gennaio ad oggi sono aumentati in maniera spropositata sia i videotutorial che le pagine dedicate all’argomento. Di seguito vi riportiamo alcuni link che riteniamo utili.

KOLOR > istruzioni per come realizzare passo per passo

Foto sferica su FACEBOOK by fanpage.it

Unione a 360 by Lynda.com

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